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Immagine del redattoreТимофей Милорадович

SAGGIO BREVE SUL PENSIERO POLITICO DI DANTE



Di particolare importanza è la sistuazione politica nell'età di Dante, a Firenze vi era infatti lo scontro tra i Bianchi (facevano capo alla famiglia dei cerchi ed appoggiavano gli interessi del popolo grasso) e i Neri (guidati dalla famiglia Donati sostenitori del potere nobiliare e appoggiatori del papa).

Dante era un difensore dell'autonomia del Comune e sostenne pertanto il primo schieramento.


Si trovo, quindi, in conflitto con il papa Bonifacio VIII e quando il primo Novembre del 1301 i Neri ebbero il sopravvento fu condannato all' esilio (17 Gennaio 1302)e non riconoscendosi colpevole, il 10 marzo fu condannato al rogo.


Comincia quindi il "pellegrinaggio" di Dante per le diverse città italiane.

Nel 1303 -1304 dopo inutili tentativi, diplomatici e militari, di rientrare a Firenze, compiuti insieme agli altri esuli di parte bianca, Dante se ne separa per profonde ragioni di disaccordo, prendendo a fare parte per se stesso.Si è intanto spostato tra Forlì, Verona e Arezzo.


Tra il 1312 -1318 soggiorna a Verona presso Cangrande della Scala, dedicandosi alla composizione del Paradiso, che conclude poco prima della morte.

Nel 1318 si trasferisce a Ravenna, ospite di Guido Novello da Polenta.

Il 13 settembre del 1321 muore di ritorno da un'ambasceria a Venezia.

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